Romano Guardini. Antinomia della vita e conoscenza affettiva by Massimo Borghesi

Romano Guardini. Antinomia della vita e conoscenza affettiva by Massimo Borghesi

autore:Massimo Borghesi [Borghesi, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Jaca
pubblicato: 2020-04-15T22:00:00+00:00


3.4. L’autoaffermazione moderna come rivolta. Nietzsche e Madeleine Sémer

L’autoaffermazione moderna non è una posizione originaria. È l’esito di una reazione all’assolutismo teologico. Ciò significa: «quanto c’era di giusto in quei concetti era dominato da un orientamento dell’esistenza che si opponeva al significato della Rivelazione» 367 . Consapevole di ciò, nelle lezioni berlinesi che dovevano costituire il nucleo di Der Mensch , non oppone l’“uomo cristiano” all’“uomo moderno”, né si sofferma – operazione per altro legittima – su una critica ai fondamenti teorici che stanno dietro all’ateismo moderno, ma si impegna nella rimozione delle motivazioni esistenziali che bloccano il cammino dalla ragione alla fede. Si tratta di modificare «un “sentimento [Affekt ] anti-soprannaturale”, un rifiuto del tutto elementare, spesso passionale, d’ogni soprannaturale. Il liberalismo trabocca di questo sentimento (Goethe); e per il pensiero di Nietzsche la conoscenza di questo sentimento, della sua dinamica e dei suoi intrecci, costituisce addirittura la chiave. Da qui natura e cultura vogliono essere autonome. Rifiutano ogni effetto all’interno dell’elemento cristiano come deformazione, distruzione, inquinamento, vedono in ciò puro e semplice disvalore» 368 . Il soprannaturale viene qui rifiutato in quanto anti-naturale, nemico della natura. Dio non è rifiutato perché non esiste ma, innanzitutto, in quanto disvalore .

Anche per la sensibilità di Nietzsche Dio sottrae all’uomo lo spazio dell’esserci, la pienezza dell’umanità, l’onore dell’esistenza. Da qui deriva il suo “ateismo postulatorio” [postulatorischer Atheismus ]: affinché io possa esistere, Egli non può esistere. Ma io non posso non [ich muss ] esistere, e quindi Egli non deve [er darf nicht ] esistere! Quanto ciò sia elementare e doloroso è testimoniato dal grido di Nietzsche: “Dio è morto!”. Non: “non esiste alcun Dio”, bensì: “Egli è morto!”. Ciò nasconde un’ammissione più profonda: “Io lo ho ucciso. Sono uscito vincitore dallo scontro con il grande Altro” 369 .

L’espressione “ateismo postulatorio”, desunta dal saggio del 1926 Mensch und Geschichte di Max Scheler, vuol significare l’ateismo dopo Nietzsche: un ateismo che non presume di giustificarsi razionalmente, come quello del ’700-’800, ma trova la sua legittimazione in una decisione della volontà che si oppone a ogni forma di eteronomia. Come Guardini scriverà nel diario: «Il problema religioso del nostro tempo consiste non tanto nel quesito se Dio esista, quanto nell’altro, se e come sia possibile una coesistenza del mondo con Dio, e l’uomo, quale compendio della creazione, possa essere uomo. Il problema è nato partendo dall’esigenza di autonomia dell’epoca moderna, ed ha trovato la sua ultima formulazione nell’alternativa dell’esistenza formulata da Nietzsche» 370 . Il «finitismo tragico (den ganzen tragischen Finitismus )» 371 è il frutto di un errore teoretico e di una mozione della volontà radicata in una posizione affettiva. È questa persuasione che giustifica la scelta di metodo di Guardini: porsi dal punto di vista “esistenziale” per cogliere, dall’interno, le ragioni pre-categoriali che impediscono alla coscienza moderna il rapporto con Dio . Sintomatico, da questo punto di vista, è come Guardini tratta del rapporto causale mondo-Dio sia nella terza parte di Der Mensch , dedicata al problema della creazione, sia nei diari del ’45.



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